Oro, armi e petrolio: il triangolo degli asset in tempi di crisi
- Federico Caligiuri
- 13 giu
- Tempo di lettura: 3 min

Le tensioni tra Israele e Iran sono tornate al centro della scena internazionale. La notte scorsa si è consumato un nuovo attacco che ha alzato il livello di preoccupazione globale, con l’ombra di una possibile escalation regionale. L’attacco è avvenuto intorno alle 2:30 del mattino (ora italiana), ma petrolio e oro avevano già cominciato la loro corsa poco prima delle 2:00, probabilmente sulla scia delle notizie che arrivavano in tempo reale da quell’area.
Questo è il posto che che segnala le prime esplosioni vicino a Natanz:

Ma cosa significa tutto questo per gli investitori?
La storia ci insegna che, quando l’instabilità si affaccia in Medio Oriente, i mercati reagiscono con una dinamica ormai ben nota: aumenta il prezzo del petrolio, si rafforzano le valute rifugio e sale la domanda per l’oro. Le borse, soprattutto quelle dei Paesi emergenti o legate ai cicli economici, tendono invece a soffrire. In occasione di eventi di tale portata, è interessante osservare come alcuni asset finanziari reagiscano anche in modo positivo. Tuttavia, l’incertezza che si genera nei mercati è spesso profonda e di difficile interpretazione. Ci troviamo in uno di quei contesti tipicamente classificati, inizialmente, come crisi geopolitiche, dove l’avere a disposizione liquidità da impiegare con un’elevata propensione al rischio può talvolta tradursi in opportunità di guadagno anche repentino. Ma, come sempre, esiste anche l’altra faccia della medaglia: nel caso in cui la situazione dovesse rientrare più velocemente del previsto, il rischio è quello di subire perdite altrettanto rapide. Per questo motivo, tali operazioni sono derubricate come "speculative", e non devono essere confuse con un piano di investimento strutturato, coerente con obiettivi di lungo termine e pianificazione patrimoniale. Non sono adatte a tutti e devono essere valutate con grande consapevolezza e prudenza.
Il confronto: cosa è successo davvero nel passato?
Abbiamo confrontato tre scenari ipotetici — escalation limitata, attacco a infrastrutture energetiche, e conflitto regionale — con quattro eventi storici realmente accaduti:
Uccisione del generale Soleimani (2020)
Attacco ad Aramco in Arabia Saudita (2019)
Rivoluzione iraniana (1979)
Guerra del Golfo (1990)
Nel primo evento storico ci fu un rally dell’oro +3%, e del petrolio WTI +4% in due giorni; nell'attacco del 2019 il Brent segnò +14% in un giorno e infine nella guerra del golfo +150% petrolio, +15% oro, -10/15% MSCI Emerging Market. In di questi casi il DXY (dollaro) si è rafforzato e l’oro ha battuto l’azionario globale.
Il grafico qui sotto mostra l’aumento percentuale del prezzo del petrolio (WTI) nei vari contesti:

Scenario | Descrizione | Evento storico analogo | Reazione del petrolio (Brent o WTI) | Durata impatto |
🟢 1. Escalation limitata | Azione simbolica dell'Iran, risposta diplomatica. | Attacco USA a Soleimani (gen 2020) e rappresaglia iraniana limitata | +4% in 48 ore → ritorno ai livelli iniziali in 1 settimana | 7–10 giorni |
🟡 2. Attacchi a infrastrutture / Hormuz minacciato | Colpi a impianti sauditi, petroliere o minacce sullo stretto. | Attacco ad Aramco (set 2019) (droni Houthi su Abqaiq e Khurais) | +15% in un giorno (da $60 a $69), +20% su WTI | Effetto marcato per ~1 mese |
🔴 3. Conflitto regionale aperto | Coinvolgimento di USA, Iran, Arabia Saudita, blocchi reali su export. | Rivoluzione iraniana & guerra Iran-Iraq (1979–1980) Guerra del Golfo (1990–1991) | - 1979: Brent +150% (da $15 a $40)- 1990: +60% in 6 settimane | Da 3 a 12 mesi, con strascichi inflattivi |
Considerazioni chiave
Scenario 1 sarebbe gestibile dai mercati, come già accaduto dopo l’attacco a Qassem Soleimani: escalation contenuta e ritorno rapido alla normalità.
Scenario 2 è molto simile al caso Aramco: reazione violenta dei mercati al rischio su infrastrutture, con impatto forte ma temporaneo.
Scenario 3, se si verificasse, avrebbe effetti sistemici e duraturi come nei casi del 1979 e 1990, sia sul petrolio che sull’economia globale (inflazione, politiche monetarie, recessioni tecniche).
Dove conviene investire (e cosa evitare)
In scenari di crisi geopolitica medio-orientale, i mercati ci offrono alcune risposte statisticamente solide:
✅ Asset e settori da preferire
Oro, argento e metalli preziosi
Settore energetico (Oil & Gas)
Difesa e aerospazio
Utilities
Valute rifugio: USD, CHF, JPY
Obbligazioni governative di breve termine (in USD)
❌ Da evitare
Paesi emergenti (equity e valute)
High Yield bond
Settori ciclici come lusso, automotive e industrials
Conclusione
La geopolitica non si può prevedere, e come sempre è uno esercizio statisticamente perdente, ma si può gestire l’incertezza con strumenti adeguati. Storia, numeri e dati alla mano, ci possono aiutare a sfruttare al meglio anche eventi di questa portata. Prepararsi non significa temere il peggio, ma può essere utile al fine di capire se i nostri portafogli sono costruiti per resistere anche nei momenti peggiori.
Comments