Isaac Newton e la bolla dei Mari del Sud: anche i geni sbagliano
- Federico Caligiuri
- 17 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 24 mag

Isaac Newton, uno dei più grandi scienziati della storia, inventore del calcolo infinitesimale e delle leggi della fisica, non fu immune agli errori dell’investitore comune. Nel 1720 si trovò coinvolto nella celebre bolla speculativa della South Sea Company, una società inglese che prometteva profitti favolosi grazie a concessioni commerciali in Sud America. Le sue azioni salirono vertiginosamente, spinte da aspettative irrazionali, promesse esagerate e una vera e propria febbre collettiva. Newton inizialmente acquistò in modo prudente, fece profitto e vendette. Fin qui tutto perfetto. Ma poi, osservando i prezzi continuare a salire, decise di rientrare nel mercato, spinto dall’euforia generale. Poco dopo la bolla scoppiò, e Newton perse circa 20.000 sterline dell’epoca, una somma paragonabile a milioni di euro oggi. Il crollo della South Sea Company non fu solo un disastro economico per migliaia di persone, ma un colpo alla percezione di sicurezza in chi credeva che la razionalità bastasse per dominare il caos dei mercati. Newton, che aveva passato la vita a scoprire leggi universali, a costruire modelli predittivi per il mondo fisico, si trovò improvvisamente a dover ammettere che i comportamenti umani non seguono leggi così lineari. La borsa non è la fisica. Non sempre a una causa segue un effetto prevedibile. La sua frase rimane un monito senza tempo per chi investe:
"Posso calcolare il movimento degli astri, ma non la follia degli uomini."— Isaac Newton
Una lezione che mostra come nemmeno la genialità può proteggere dalla psicologia dei mercati, e come l’investimento sia prima di tutto un esercizio di disciplina e consapevolezza.
Curiosità: cosa accadde dopo il disastro?
Dopo la perdita, Newton non volle più sentir parlare di investimenti speculativi. Pare che ne fosse così amareggiato da evitare del tutto argomenti legati alla finanza, quasi come se fosse un capitolo della sua vita da dimenticare.
Eppure, proprio questa esperienza negativa ci ha lasciato un’eredità utilissima: la consapevolezza che nessuna mente è al riparo dall’errore, se non è sostenuta da una strategia e da solide regole comportamentali.
5 consigli per chi investe con buon senso
Non farti trascinare dall’euforia collettiva: ciò che tutti stanno facendo non è necessariamente giusto.
Segui un piano, non le emozioni: la strategia deve prevalere sull’impulso.
Diffida dalle mode del momento: i titoli “caldi” spesso bruciano più che arricchire.
Focalizzati sul lungo periodo: investire è costruire, non rincorrere.
Accetta che anche i grandi sbagliano: nessuno è immune, ma si può imparare.
5 errori da evitare
Investire solo perché “sta salendo”: non c’è peggior motivazione dell’invidia finanziaria.
Modificare la strategia per seguire il mercato: adattarsi al rumore è il primo passo verso il disastro.
Confondere l’intuito con la previsione certa: il futuro non si anticipa, si pianifica.
Ignorare i segnali di bolla: quando i rendimenti sembrano troppo belli per essere veri, spesso lo sono.
Sottovalutare la componente emotiva: il vero rischio sei tu, non il mercato.
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La storia di Isaac Newton investitore è una lezione preziosa per tutti: anche la mente più razionale può perdersi di fronte all’irrazionalità collettiva. Ma con consapevolezza, metodo e pazienza, è possibile evitare gli errori che anche i geni hanno commesso.

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