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Criptovalute e il rebus di come acquistarle!.

Aggiornamento: 25 apr 2023


La prima volta che mi sono affacciato sul mondo delle Cripto era il 2020 durante la pausa forzata del "lockdown" a causa del Covid-19. Con tutto quel tempo a disposizione ho cercato di capirne un pò di più. Detto tra noi non sono un fautore di queste valute digitali, ma la mia professione mi impone di scovare opportunità di investimento ovunque esse si trovino, senza pregiudizi e senza innamoramenti. Detto questo, attualmente 3 sono le strade per negoziarle.

  1. Moneta fisica (poco utilizzato);

  2. Exchange;

  3. ETP (Exchange Traded Products).

In questo approfondimento mi concentrerò sulle ultime due possibilità senza avere la presunzione di esaurire in questo articolo tutte le possibilità che questo mondo possa generare. Le cripto sono talmente articolate e in continua evoluzione che rimanere al passo sotto intende altrettanta competenza e continui studi. Gli exchange centralizzati (CEX) sono gestiti da un’organizzazione e sono i più diffusi: qui avviene la stragrande maggioranza degli scambi di criptovalute. Sono consigliati per gli utenti e i trader alle prime armi, consentendo loro di convertire la propria valuta fiat, come dollari o euro, direttamente in criptovaluta. Gli exchange sono proliferati negli ultimi anni rendendo accessibili, praticamente a tutti, la possibilità di acquistare le criptovalute (Bitcoin, Ethereum, Theter, XRP, Solana, Cardano ecc). E' sufficiente avere uno smartphone "quasi" evoluto o un PC e una connessione internet per aprire un conto deposito presso queste istituzioni. Le più famose in Italia sono: Coinbase, Binance, Crypto, Kraken, Etoro, solo per citarne alcune. Tuttavia, senza creare troppi allarmismi, le problematiche che si incontrano sono diverse e purtroppo in alcuni casi lo si scopre solo quando abbiamo necessità di ritirare i nostri soldi. No, non parlo della sicurezza di questi operatori, mi riferisco principalmente all'aspetto fiscale e in secondo luogo alla possibilità di un fallimento. Non mi voglio soffermare sul secondo aspetto anche se i casi di default cominciano a minare anche queste valute digitali. I casi di Terra e Luna prima (due criptovalute), FTX, l’exchange fondato da Sam Bankman Fried e Silvergate Bank ultima in ordine di tempo, stanno incrinando sempre di più un mondo che già di per sè risulta essere ai più molto difficile da comprendere. Segnalo inoltre che ancora oggi non vi è una regolamentazione ufficiale di tutto il sistema cripto. Tornando all'aspetto fiscale vi ricordo che al momento dell'acquisto il movimento va segnalato nel quadro RW della dichiarazione dei redditi, esattamente come qualunque altro investimento o attività finanziaria che possediate all'estero. Questo per due ragioni, la prima perchè gli operatori sopra citati hanno tutte sedi legali e fiscale al di fuori dei confini nazionali e secondo perchè il legislatore configura le criptovalute alla stregua delle valute estere. In buona sostanza la tassazione poi seguirà il percorso previsto andando a sommarsi al vostro reddito. Chiedete al vostro commercialista per i vari adempimenti e per maggiori dettagli. Se invece volete seguire una strada più semplice e sfruttare solo le potenzialità di rendimento di questo strumento finanziario, perchè per me, le criptovalute sono solo degli investimenti finanziari (almeno per ora), allora la strada da percorrere sono gli ETP. ETP è l'acronimo inglese di Exchange Traded Products e indica una vasta gamma di strumenti finanziari negoziati sulle borse valori. L'andamento del prezzo deriva da altri strumenti finanziari (ad esempio azioni, materie prime, tassi di interesse o valute), ma non si acquista il possesso di un altro bene. A tutti gli effetti rientrano nella categoria che noi conosciamo con il termine ETF cioè fondi a gestione passiva. I vantaggi che ritroviamo con questi strumenti sono sostanzialmente tre: il primo, il più importante, è fiscale perchè oltre ad avere una tassazione del 26% sul capital gain generato, è un'incombenza che spetta al vostro intermediario (se avete optato per il regime del risparmio amministrato o gestito). Pertanto nulla è richiesto a voi investitori. Inoltre i guadagni sono compensabili con minusvalenze generate con altre operazioni finanziarie non andate a buon fine. Dettaglio non da poco, vi assicuro. Il secondo è l'accessibilità, in quanto si possono investire anche poche decine di euro visto che il NAV degli ETP è una frazione del prezzo del sottostante. Il terzo è la liquidabilità in quanto le negoziazioni sono assicurate dai market maker che sono obbligati ad essere sempre presenti con almeno un prezzo in acquisto. E' vero che hanno dei costi di gestione (da poco meno dell'1% ad oltre il 2% annuo), ma ampiamente assorbiti dai vantaggi appena descritti. Negli ultimi 3 anni diversi emittenti ETF hanno inserito nel loro catalogo strumenti di questa natura. Vi riporto alcuni player a titolo esemplificativo: 21Shares; VanEck; HanETF; Wisdomtree. Indipendentemente da quale emittente sceglierete e su quale sottostante investire, ricordate di allocare su questo asset solo un importo che siete a disposti a perdere al 100% e che non influirà minimamente sul vostro tenore di vita, rispettando rigorosamente il vostro "position sizing" e "money management". Prudenza mi raccomando!.

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